Il primo passo per iniziare una didattica naturale è comprendere qual è la nostra propensione per la natura e cercare di migliorarla. Lo abbiamo visto nell'Approfondimento #22 insieme a Claudia Ottella. In questo Approfondimento Martina Piccioni, autrice insieme a Claudia di una tesi sulla biofilia, ci aiuta a comprendere meglio questo tema attraverso alcuni esempi di attività in natura.
In questo episodio:
00:00 Introduzione
03:16 Un questionario sulla biofilia
11:00 Come migliorare la propria biofilia
27:56 Prendere degli integratori di Vitamina N
39:14 Due esperienze concrete
Nel loro elaborato finale del corso di perfezionamento Educazione e natura le nostre Claudia Ottella e Martina Piccioni hanno posto l'accento non tanto sugli alunni o sulla didattica, ma su un requisito troppe volte trascurato: il rapporto tra l'adulto e la natura. Martina Piccioni, insegnante e formatrice, ha spiegato come è nata l'idea: "Sempre più spesso ci accorgevamo che le attività in natura che venivano proposte ai bambini, soprattutto in questi ultimi anni, generassero difficoltà negli insegnanti non per mancanza di voglia, ma per mancanza di confidenza con l'elemento naturale".
Per questo hanno preparato un percorso per misurare e migliorare la propria connessione con la natura: "Agli insegnanti abbiamo posto delle domande molto semplici per invitarli a ragionare su questioni anche emotive, ad esempio come mi sento a camminare scalzo o come mi sento a pensare a un bambino che si arrampica su un albero".
Le domande sono tratte da un questionario elaborato da un gruppo di ricercatori dell'Università di Melbourne con cui siamo entrati in contatto (potete misurare anche voi il vostro livello di biofilia compilandolo online). Servono a prendere consapevolezza di sé stessi e a capire quali attività naturali è possibile proporre ai propri alunni senza trasmettere tensione o preoccupazione. Se un insegnante non si sente sicuro nell'invitare i bambini ad arrampicarsi difficilmente riuscirà a trasmettere la tranquillità necessaria a farlo. Dunque è meglio fermarsi e partire da altre attività.
Solo dopo aver misurato qual è il proprio grado di connessione con la natura si può pensare di migliorarlo. Un insegnante con un livello di biofilia basso, magari che abita in centro città ed è esposto pochissimo alla natura, non si sentirà a proprio agio a organizzare un'attività in un bosco dopo una giornata di pioggia, tra il fango e le pozzanghere: "Può cominciare, - spiega Martina, - a stendere un plaid su un prato e leggere un libro all'aperto. O fare una camminata nella natura con il telefono a casa o spento, per non avere interferenze con l'esperienza del momento. Può anche osservare gli insetti, anche a distanza se ne ha paura. Può concentrarsi sui suoni e sugli odori".
Una delle prime richieste che vengono fatte ai bambini o agli adulti, durante le formazioni, per cominciare a costruire un rapporto più stretto con la natura è stare a piedi nudi sopra un prato. Questa è già un'attività che mette a disagio le persone con una biofilia medio-bassa, ma che tutti possono impegnarsi a fare perché è priva di pericoli.
Detto questo, bisogna sempre ricordarsi che ogni percorso è diverso. Non ci sono dei gradini precostruiti da scalare: ognuno di noi deve trovare la propria strada per migliorare la propria connessione con la natura. Ad esempio, per qualcuno questo percorso può passare attraverso la fotografia degli elementi naturali, oppure attraverso la descrizione degli ambienti, o ancora attraverso la ricerca delle tracce degli animali.
Il primissimo passo per chi ha un livello molto basso può essere questo: prendersi due minuti ogni giorno per ascoltare la natura. Si può fare anche in centro città uscendo sul balcone, percependo l'aria sulla pelle e ascoltando i rumori. L'importante è concentrarsi su come ci si sente. All'inizio questa è un'attività strutturata che bisogna autoimporsi, ma getterà le basi per un rapporto molto più libero ed estemporaneo non appena aumenterà la confidenza con gli elementi naturali.
Gli insegnanti a cui abbiamo proposto il questionario ci hanno dato dei riscontri positivi sulla facilità di comprensione delle domande (cosa non scontata) e sull'utilità.
Ad esempio, a volte si notava una discrepanza tra la propensione naturale e la quantità di attività didattiche all'aperto. In questi casi c'è una situazione molto promettente per poter cambiare la propria didattica.
Il titolo della tesina scritta a quattro mani da Claudia Ottella e Martina Piccioni è Vitamina N. Dosi di natura per riconnettersi al mondo naturale. Il termine "vitamina N" è tratto da un libro dal saggista Richard Louv. Louv tratta la natura come se fosse una vitamina: se ne assumiamo troppo poca andiamo in deficit. Da qui l'idea di Claudia e Martina di creare degli integratori di Vitamina N, ovvero delle attività da proporre alle persone che soffrono di carenza di natura.
Ecco alcuni esempi di dosi di Vitamina N per i principianti:
Ed ecco alcuni esempi per chi ha un livello più avanzato:
Martina ci racconta un'esperienza con suo figlio che le ha insegnato molto: "Qualche anno fa ho portato mio figlio, che allora aveva cinque anni, a una riunione scolastica dicendogli che poteva giocare nel cortile mentre io ero impegnata. Non era la sua scuola, per cui ha cominciato a esplorare. Quando la riunione è finita l'ho trovato con le tasche gonfie. Immaginavo fossero gonfie di sassolini, ma quando gli ho chiesto di svuotarle che dovevamo andare a casa ha cominciato a tirare fuori delle lumache rosse e viscide. La domanda mi è sorta spontanea: 'Perché hai messo quelle lumache nelle tasche?'. E lui ha risposto semplicemente: 'Perché no? Volevo portarle a casa'. Pensate che, arrivati a casa, per riuscire a togliere la bava delle lumache abbiamo dovuto lavare le mani con la spugna abrasiva per i piatti. La cosa che ho imparato da questa esperienza e dalle altre che ho vissuto con i miei bambini è a non avere preconcetti, perché loro non ne hanno".
Anche l'esperienza come insegnante ha regalato molti casi in cui il rapporto dei bambini con la natura è stato istruttivo: "Quest'anno dopo la ripresa delle attività in presenza mi sono ritrovata con una classe molto agitata e irruente. I bambini non perdono occasione per far scoppiare qualche piccola rissa. Una volta a settimana è in programma una passeggiata ed è sempre un momento molto atteso. Si potrebbe pensare che una classe del genere sia ancora più difficile da controllare all'aperto, invece avviene l'opposto. I bambini sono più collaborativi, sono attenti a seguire le indicazioni bianche e rosse dei sentieri o i colori dei segnali stradali. Di loro iniziativa hanno iniziato a collaborare per costruire delle dighe con i ramoscelli per attraversare meglio i torrenti. Queste esperienze di collaborazione non si possono ricostruire dentro la scuola, invece avvengono spontaneamente all'esterno".
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