Per i bambini esercitarsi a fare sforzi prolungati non serve a molto, perché il loro corpo non ha ancora sviluppato la capacità di metabolizzare correttamente l'acido lattico che si genera sotto sforzo.
In questo approfondimento il fisioterapista, osteopata e preparatore fisico Fabio Menichetti affronta quali sono le quali attività fisiche più efficaci per la crescita motoria dei bambini.
In questo episodio:
00:00 Introduzione
05:34 Il ruolo dell'acido lattico nei bambini
09:12 L'importanza di lavorare sugli schemi motori di base
21:04 Il valore degli schemi motori da adulti
31:36 Non sprecare tempo nelle attività sbagliate
Ciò che la scienza ha scoperto sul funzionamento del corpo dei bambini suggerisce che gli allenamenti troppo faticosi non siano utili. L'acido lattico, ovvero quella sostanza che produciamo sotto sforzo, produce una serie di alterazioni corporee (tra cui il ph) che vanno ristabilite rapidamente: "È una sorta di veleno", ci ha detto Fabio Menichetti. Per questo il fegato raccoglie l'acido lattico, lo ossida e lo reintroduce sotto forma di zucchero.
Nei bambini il fegato non funziona ancora come in un adulto. Se accade che il suo corpo produca acido lattico non è un problema, viene comunque smaltito. Ma non ha senso progettare delle attività atletiche per bambini finalizzate alla produzione di acido lattico perché non essendo ancora abbastanza maturi per processarlo non si traduce in un miglioramento delle prestazioni future.
La conseguenza è che quella fatica che non si trasforma in miglioramento fa perdere motivazione. Anche per questo le linee guida delle principali federazioni sportive italiane (calcio, pallavolo, pallacanestro, atletica leggera, ecc.) mettono come primo obiettivo degli allenamenti, nelle fasce di età più basse, la motivazione. Ovviamente uno dei loro scopi principali è crescere atleti di alto livello, ma per raggiungerlo hanno capito che è più efficace lavorare sulla motivazione quando sono piccoli, piuttosto che sulla fatica o sulla forza fisica.
"Questo perché in alcuni periodi della nostra vita, - spiega Menichetti, - se investiamo un'ora di tempo in una certa attività otteniamo un miglioramento di 10, mentre in altri periodi otteniamo 3. Il periodo in cui otteniamo meno va di solito dai 6 ai 12 anni ed è un peccato svolgere attività incentrate sulla forza. Non perché faccia male, ma perché non è utile. È invece molto più utile lavorare sugli schemi motori di base perché in quella fascia di età siamo particolarmente ricettivi ad impararli".
Nella fascia da 6 a 12 anni i bambini imparano rapidamente gli schemi motori di base che poi potranno applicare in qualunque sport. Infatti istintivamente i bambini in questi anni sono degli sperimentatori di movimenti diversi. Il repertorio motorio che costruiamo in questa fascia diventa una base solida per tutta la vita.
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