Durante la conferenza annuale di Biella Cresce, lo scorso 10 aprile, abbiamo deciso di organizzare un panel con i nostri sponsor e partner e porre qualche domanda sul futuro del nostro territorio.
Questo è l'intervento di Raffaella Miori, dirigente scolastico dell'IIS E. Bona e dell'IC Valdengo.
Nel video di Iris, la mamma Stefania diceva che la sua avversione per la matematica l'aveva spinta a compiere scelte in senso opposto. A Raffaella Miori abbiamo chiesto quando si sviluppa la paura della matematica e quanto influenza i bambini e i ragazzi nelle loro scelte di studio e poi lavorative.
"La paura della matematica si sviluppa con i primi fallimenti, quando i bambini faticano a svolgere le prime procedure. L'intervento delle famiglie e magari anche di alcuni educatori poco sensibili, che non hanno partecipato a corsi di formazione come quelli di Biella Cresce, a volte può interferire se giustifica il bambino. Frasi come 'non prendertela, la matematica è difficile, non ce la puoi fare' non aiutano ma fanno sentire il bambino in difficoltà. Purtroppo sono casi comuni, spesso i genitori giustificano il figlio dicendo che non erano bravi nemmeno loro in matematica. Non è bello assistere a queste situazioni, perché il bambino si blocca in una sorta di bolla nella quale acquisisce la consapevolezza che non ce la fa. Invece sbagliare è utile, aiuta a trovare altre strade per risolvere un problema. È importante che i bambini imparino che sbagliare è solo l'indicazione che si deve prendere un'altra strada per farcela. Quando le famiglie acquisiscono la consapevolezza che il figlio non è capace, questo condiziona anche le scelte future del bambino che privilegerà alcune materie trascurandone altre. Spesso ci troviamo studenti che scelgono i percorsi di studio in base alla minor presenza di matematica. Ma questa avversione non è detto che dipenda dalle loro capacità logiche, potrebbe essere solo la conseguenza di valutazioni negative. Invece le capacità logiche sono importanti in qualunque tipo di percorso e saranno importanti poi per trovare lavoro. Le aziende cercano persone sveglie, con abilità di problem solving e che sappiano trovare soluzioni con ciò che hanno, e queste sono abilità logiche. Mi auguro che anche le famiglie imparino che i fallimenti in alcune discipline nelle prime fasi della vita non devono condizionare le scelte del figlio. Il bambino deve poter fare le sue scelte consapevole di quello che gli piace e non gli piace fare. Abbiamo bisogno di alunni che siano consapevoli di poter essere versatili in vari campi".
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