"Questa è una pecora e quello è un gregge". Quando diciamo a un bambino questa frase cominciamo a fargli notare che uno può anche voler dire "tanti" (un gregge sono tante pecore), dipende dal contesto in cui viene usato. In matematica questo si chiama presintassi. È un importante meccanismo cognitivo che prepara il bambino alla comprensione di unità, decine e centinaia (ovvero del valore posizionale dei numeri, detto appunto sintassi).
Nell'undicesima puntata dell'Approfondimento del giovedì abbiamo invitato Irene Bordignon, insegnante della scuola dell'infanzia Cerino Zegna, per farci raccontare un'attività che svolge con i suoi alunni per allenare la presintassi. Usa delle carte illustrate che ha realizzato insieme a Biella Cresce (e che voi potete scaricare dalla sezione Giochi educativi) e i bambini si divertono tantissimo.
Buona lettura.
Ogni bambino nasce con la predisposizione a conoscere il mondo in termini quantitativi. Questa predisposizione, secondo il neuropsicologo Brian Butterworth, è alla base dell'apprendimento delle abilità di calcolo.
Dagli studi sulle difficoltà in matematica e da quelli sullo sviluppo della competenza numerica la scienza ha individuato i processi alla base della costruzione del concetto di numero e dell'apprendimento del calcolo.
Questi processi sono:
In questo episodio vediamo alcune attività per stimolare i processi presintattici.
Prima, però, cerchiamo di capire meglio di cosa parliamo. La sintassi riguarda le diverse relazioni d'ordine di grandezza che si trovano all'interno dei numeri composti a più cifre. Nella scuola dell'infanzia, pur non usando molto le posizioni delle cifre, a parte nell'ordine della decina, si possono comunque individuare compiti che riproducono la struttura concettuale dell'area sintattica.
Una di queste è l'attività "uno-tanti" che permette di osservare se il bambino riesce a distinguere la singola unità e l’elemento formato da tante unità. Altri allenamenti utili in quest'area sono la seriazione di ordine di grandezza (dal più grande al più piccolo) e l’inserimento di uno stimolo in una serie di grandezze.
Scrive Irene Bordignon:
"Negli ultimi anni, da quando ho iniziato ad insegnare le abilità numeriche prestando particolare attenzione alle 4 principali aree riguardanti i processi cognitivi (semantica, lessicale, pre-sintassi e calcolo), mi sono accorta che molti bambini, pur avendo buone abilità negli altri campi, hanno difficoltà nell’area della pre-sintassi, soprattutto nell’affrontare il concetto di uno-tanti (ad esempio tanti alberi formano un… bosco). Io credo che questa fragilità sia dovuta principalmente ad uno scarso allenamento di questo processo cognitivo e a una relativa mancanza di lessico adeguato. Indubbiamente l’area sintattica si affronta più estesamente nella scuola primaria, con il concetto di decine e centinaia e con l’attenzione alla posizione delle cifre nel numero scritto, comunque i prerequisiti relativi a quest’area si possono già sviluppare nella scuola dell’infanzia, con il concetto di ordine dal più grande al più piccolo e di raggruppamento di oggetti in insiemi. Ho pensato quindi ad un’attività che favorisse l’allenamento di questo processo cognitivo, favorendo l’esperienza concreta, l’uso di immagini e l’aspetto ludico. In particolare mi sono concentrata sul concetto di unità e di insieme di elementi che la costituiscono. Ho scelto di svolgere questa attività con i bambini dell’ultimo anno tra aprile e maggio, quando ormai tutte le varie aree erano state affrontate estesamente e i bambini erano abituati a fare ipotesi e a svolgere giochi di gruppo per verificare le competenze apprese".
Questa debolezza è emersa somministrando il test Bin, che serve a valutare le competenze numeriche nella scuola dell'infanzia. All'interno del test ci sono alcune frasi da completare simili a quella che ha citato: Tanti alberi formano un… [bosco]. È proprio in questo contesto che ha riscontrato molte difficoltà anche in bambini che ottenevano risultati ottimi in altre area. Da qui l'idea di allenare la presintassi con un gioco.
Precisiamo: non si tratta di allenare al test. Il test non è l'obiettivo, ma uno strumento che dà spunti per programmare il lavoro e quali sono le aree su cui concentrarsi.
Ecco il progetto dell'attività per potenziare la presintassi in ambito matematico sviluppato da Irene Bordignon.
CAMPI D’ESPERIENZA:
OBIETTIVI PROCESSI PRESINTATTICI:
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE:
CONOSCENZE
ABILITÀ:
COMPETENZE
Il progetto ha riguardato 8 bambini dell'ultimo anno di scuola dell'infanzia, con due interventi da 45 minuti l'uno: "Ma sarebbe meglio spalmare l'attività su un arco di tempo più lungo, - spiega Irene Bordignon. - In questo caso i tempi erano dettati dalla necessità di completare e presentare il progetto per il mio anno di prova".
L'attività si svolge con delle carte illustrate, ma si possono usare anche disegni fatti a mano o scaricati da internet. Se volete scaricare e stampare le carte usate da Irene Bordignon, le trovate nell'area Giochi educativi del nostro sito.
Nei giorni precedenti Irene Bordignon ha raccolto dei materiali che potessero prestarsi a presentare il concetto di uno-tanti. Quando i bambini sono entrati in palestra li hanno trovati sparsi per terra e sono rimasti incuriositi. Questo è servito a creare un clima di scoperta ideale per apprendere.
Ognuno a turno a scelto un oggetto che lo incuriosiva. Nella foto sopra vedete una bambina che afferra un libro. La maestra chiede di descrivere l'oggetto e, tra le altre cose, emerge anche il fatto che è composto da tante pagine: un libro è formato da tante pagine. Presto i bambini cominciano a padroneggiare questo concetto di uno-tanti.
E poi ancora:
Ovviamente c'è un limite agli oggetti che si possono portare a scuola per eseguire questa attività, per cui dove non è possibile fare un'esperienza diretta si può usare un tablet.
In questo modo si può proseguire vedendo insieme delle foto o dei video:
Alcune di queste parole non sono di uso quotidiano (ad es. stormo, orchestra, risma). Alcuni bambini le hanno già sentite senza mai soffermarsi sul loro significato, altri le imparano in quel momento.
Piano piano si cerca di portare i bambini dal piano più concreto (l’esame degli oggetti) a un piano virtuale (video e immagini) per arrivare infine a un piano puramente astratto, usando solo le parole.
Così si possono introdurre anche altri esempi (alcuni di questi sono stati proposti direttamente dai bambini):
Alla fine si possono usare delle carte illustrate (che Irene Bordignon ha creato attraverso Araword). Le carte presentano tre immagini per ogni esempio: l'unità (una pecora), l'unità ripetuta (tante pecore) e il nome collettivo (un gregge).
In questo modo si riassumono i concetti principali e si possono trasformare in una sfida. Si dividono i bambini in due squadre: quattro bambini da un lato del tappeto e quattro dall'altro. Ciascun bambino cercava tre carte di una stessa serie, le raccoglieva e alla fine doveva spiegarle. La squadra che raccoglieva e spiegava nel modo corretto più serie di tre tre carte vinceva.
"Appena proposto, questo gioco ha creato un attimo di panico, - racconta Irene. - Non avendo dato troppe indicazioni per favorire l'autonomia, è successo che uno dei bambini è partito raccogliendo più carte che poteva, mentre la squadra avversaria ha deciso di fare a turno. La partita è stata vinta facilmente dalla squadra con il bambino più intraprendente, generando molto scontento. Così ho dovuto risolvere la situazione dicendo che era un turno di prova e ho ripetuto le regole: bisogna raccogliere tre carte per volta e si può partire tutti insieme. Così le squadre hanno aggiornato le loro strategie".
Ogni bambino è riuscito a raccogliere almeno una serie di carte e sono riusciti a descriverle nel modo giusto.
Il giorno dopo, in aula, ciascun bambino ha ricevuto un foglio diviso a metà. L'attività prevedeva di disegnare una cosa che lo aveva colpito: a sinistra uno a destra tanti.
"Uno dei bambini, - racconta Irene, - ha chiesto di poter disegnare l'arcobaleno, che non avevamo visto insieme. Allora ho chiesto: 'L'arcobaleno va bene? Da cosa è formato?' E il bambino ha risposto correttamente che è formato da tanti colori".
L'attività è proseguita insieme ai bambini della prima primaria. Irene Bordignon ha stampato un secondo mazzo di carte identico per i compagni più grandi e ha chiesto ai suoi bambini di scrivere una lettera di accompagnamento per presentare il gioco. I bambini, in autonomia, sono riusciti a descrivere il gioco in maniera corretta, dimostrando di aver interiorizzato i passaggi fondamentali.
Si è poi passati al gioco vero e proprio, che si è svolto in videoconferenza. Ecco come funziona:
Questo è anche un esempio di attività svolta in modalità virtuale, ma attiva. Gli alunni dovevano muoversi per cercare le carte e non restavano sempre fermi di fronte al monitor.
Infine questo gioco può diventare anche un quiz, usando il software Wordwall. I bambini dell'infanzia hanno sfidato quelli della prima primaria ed entrambe le squadre hanno commesso un solo errore. Questo ha dimostrato che l'attività si situava correttamente nell'area di sviluppo prossimale, poiché si è rivelata abbastanza sfidante anche per i bambini più grandi.
Durante le passeggiate che gli alunni di Irene Bordignon svolgono il mercoledì ci sono state molte occasioni di vedere esempi reali dei concetti appresi. I bambini non hanno nessuna difficoltà a imparare all’aperto, si sono dimostrati molto curiosi e ricettivi collegando facilmente le conoscenze apprese in classe con quello che vedevano in natura. L'osservazione della realtà gli ha permesso di trovare anche nuovi esempi, sulla base delle conoscenze che avevano interiorizzato.
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